La scrittura di Starnone a me piace molto, ma questo libro non sono riuscita ad apprezzarlo.
È molto bravo nel descrivere le parti d'ombra dell'animo umano, le miserie e le fragilità. Il protagonista è un trentottenne che fa lo sceneggiatore e che vive con una bellissima moglie e tre figli. In una giornata con i figli, lottando con le continue esigenze di ognuno, sbaglia ad inviare un messaggio, innescando l'inizio di una storia passionale con la collega.
Non so se è per l'età che ho e la conseguente maturità che ne è derivata, ma io sono stanca di questi personaggi passivi, con "una sorta di istinto a cacciar via come un disturbo tutto ciò che può ferire, addolorare, umiliare, confondere, atterrire. La realtà da sempre aggiustata, buttando in un angolo segreto tutto ciò che può rovinare il racconto".
Una volta lessi un detto che è rimasto nella mia mente ed è tornato con questo libro:"solo I pesci morti seguono la corrente". Il protagonista che si trova a dover vivere delle cose, solo perché con passività segue il flusso in balia degli eventi, senza in realtà un desiderio, un impulso e una scelta reale, solo perché la frustrazione e il senso d'inferioritá nei confronti della compagna di vita, l'insicurezza e i sensi di colpa per un avvenimento passato, lo spingono a sfiorare la vita e non a viverla.
Non mi è piaciuto, non ho provato affezione per nessun personaggio, l'ho letto spesso controvoglia ed ho ringraziato il fatto che le pagine fossero poche.
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