sabato 17 maggio 2025

QUESTO POPOLA HA GIÀ ESPIATO IL PASSATO E L'AVVENIRE

Quando scrivo la recensione di un libro, procedo in parallelo con la lettura. Di questo libro è stato impossibile.

Ho scritto, cancellato, riscritto, nuovamente cancellato, ho anche provato disagio nei confronti di chi mi avrebbe letto, perché non sarebbe stata onesta qualsiasi cosa avrei scritto. Per non raccontare troppo, sarebbe stato tutto "una grande menzogna".

Il libro è diviso in tre parti. La guerra. Un paese non precisato, la città di K. Due gemelli che vengono affidati, dalla mamma in fuga, alla nonna.
Due bambini che restano nel cuore per la generosità,  l'intelligenza e l'acume nonostante il brutto che li circonda.
Non soccombono al fatto che "la guerra ha reso tutti avari ed egoisti", ma condividono quello che hanno e con ingegno trovano i modi per procurarselo e offrirlo a chi ha bisogno.
Un racconto duro, smorzato dal fatto che a raccontarlo siano due bambini, due corpi un'unica persona. La fame, la guerra scatena l'esigenza di soddisfare i bisogni primari, senza nessuna umanità. E quando le persone hanno fame sono disposte a tutto pur di sopravvivere, senza dignità, senza nulla dei valori più alti che ci rendono umani.

Nel primo, il racconto è narrato in prima persona plurale (essendo gemelli) ed è del tutto singolare. Non sappiamo i loro nomi e nei vari avvenimenti loro si muovono come un'unica persona. Nel secondo libro, gli eventi sono narrati da Lucas uno dei due ed è come se nella loro separazione hanno iniziato ad avere una personalità a prescindere dall'esistenza dell'altro.
Il terzo è impossibile commentarlo, si chiama "la terza menzogna" ed è una spiegazione di tutta la storia ed è narrato da Claus, l'altro.

Sono stordita da questo libro che comunque ritengo un capolavoro. Ad ogni modo questa mia recensione è una grande menzogna, l'unica cosa vera che posso dire è che riesce a narrare la guerra e come a pagarne le spese più grandi siano i bambini. Narra la condizione di esilio, l'amore per la propria terra, per la scrittura e la lettura che salvano sempre, quello che forse ha provato l'autrice Agota Kristof.
Questo libro è molto vero e di conseguenza crudo e duro, come solo la vita riesce ed esserlo, non poteva essere altrimenti, perché è scritto sulla carne.

venerdì 2 maggio 2025

Philip Roth: Il Teatro di Sabbath. Tradito dal sogno dell'infinità o dal fatto della finitezza

La colonna sonora di questo libro è stata Planet Caravan dei Black Sabbath.
Inevitabile l'associazione con il nome, mentre la canzone è arrivata da sola, forse perché il tema di questo libro per me è la morte in varie forme e questa canzone mi ci fa pensare.
Confermo che la sua scrittura mi devasta e ci sono passaggi che resteranno per sempre dentro di me.
Il maialesco Sabbath faceva il burattinaio nel teatro degli Indecenti(quale miglior nome), la sua carriera viene stroncata dall'artrite alle mani e da uno scandalo. È sposato in prime nozze con Nikka e seconde nozze con Roseanna "che si ammazzata di alcol per due motivi inoppugnabili: tutto quello che non era successo, e tutto quello che invece era successo." ed ha un'amante Drenka(che ho immaginato come Marisa Laurito), con forme soffici ed accoglienti.

Da burattinaio nel lavoro e nella vita,amante e maestro di inganni, artefici e irrealtà a burattino con i fili mossi dal dolore.
Ho provato pena e tristezza per quest'uomo così triste e solo, che per "sfuggire alla tirannica cupezza della madre- e il patetico avvilimento di suo padre" porta allo stremo eccessi e perversioni, forse per sentirsi vivo per pochi istanti.

Mickey Sabbath un tempo è stato felice, in una casa con una mamma fischiettante e premurosa, fino alla morte del fratello Morty.
C'è stato un tempo eppoi "niente più torta alle mele, niente pane con i datteri e le noci, niente sformati: tornando da scuola non trovava più niente a cuocere in forno".
C'è stato un tempo in cui "c'era un gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre, dicembre. E poi gennaio. E poi un altro gennaio, la scorta dei gennai non finiva mai, e dei maggi, dei marzi. Avevano l'infinità. E lui era cresciuto a infinità, e mamma...erano una cosa sola.
Sabbath è stato tradito "dal sogno dell'infinità o dal fatto della finitezza".