Indubbiamente Valerié Perrin sa scrivere.
È brava a narrare e creare degli intrecci, ma onestamente ciò che mi ha donato il capolavoro "Cambiare l'acqua ai fiori" non è riuscito a farlo questo libro e neppure "Tre".
Non ho empatizzato con i personaggi e nonostante tratta infinite tematiche che dovrebbero indurre ad una vicinanza d'anima, nessuno di loro mi è rimasto nel cuore.
Sembra che per inseguire le mille storie che racconta, non e ha raccontata nessuna per davvero.
I personaggi li sfiori, ma nessuno è donato veramente al lettore.
Un libro che si lascia leggere, ma che non cambia la vita. Una storia che seppur intricata e affascinante e che avrebbe un gran potenziale, ha un sapore superficiale e non scende mai in profondità.
La protagonista è Agnes, una regista che vive un momento buio della propria vita dato dalla fine del suo matrimonio.
Prosegue in una vita sospesa, priva di entusiasmo e felicità.
Un giorno riceve una chiamata dalla gendarmeria che l'avvisa del decesso di sua zia Colette. La cosa strana è che la sua parente è deceduta tre anni prima.
Da qui parte la storia che andrà a svelare segreti, sentimenti puri, intrecci familiari e tante verità nascoste. Il libro si dipana in continui flashback e i capitoli si alternano tra il presente di Agnés ed il passato raccontato dalla voce di Colette impresso su dei nastri registrati e lasciati in eredità alla nipote.
Questo ritrovare gli amici d'infanzia, conoscere la storia della sua famiglia e il perché di alcune scelte, la riporterà in vita.
Valèrie Perrin è sempre dolce nei suoi racconti, i suoi personaggi sono sempre delicati , ma in questo caso non lasciano nessuna impronta, li sfiori senza attraversarli, sembra più un esercizio di stile.
Nella quarta di copertina dice:" Colette è rimorta, parola che non esiste da nessuna parte. Non esiste il termine rimorire".
Io concluderei dicendo invece che Agnès grazie a quest'esperienza, è una donna rinata. Il termine rinato esiste, ed è meraviglioso.
domenica 19 gennaio 2025
lunedì 13 gennaio 2025
“La mia Anima ha fretta”
Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto.
Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso della verità e onestà
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.
Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.
Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia, quando ti rendi conto che ne hai solo una.
Mario de Andrade, “La mia Anima ha fretta”
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto.
Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso della verità e onestà
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.
Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.
Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia, quando ti rendi conto che ne hai solo una.
Mario de Andrade, “La mia Anima ha fretta”
Illustrazione Beatrice Alemagna
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